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29 Ott 2018Nato a Nevers il 19 agosto 1903. Molto giovane inizia una carriera di giornalista, scrittore e poeta. Nel 1936 il direttore di un quotidiano argentino gli chiede di andare nel Sahara sulle orme di Padre Charles De Foucauld. È durante uno di questi viaggi che Raoul Follerau scopre la realtà dei malati di lebbra. Nel 1946 fonda L’Ordine della Carità che diverrà in seguito la Fondazione Raoul Follereau. Durante gli anni percorre il mondo tenendo conferenze coi frutti delle quali costruisce Adzopé, la città dei malati di lebbra, in Costa d’Avorio, realtà dove i lebbrosi possono riscattare la propria situazione. Adzopé è oggi l’”Istituto Nazionale del Trattamento della lebbra R. Follerau”.
Ma per Follerau bisognava fare di più. Egli vuole far uscire i lebbrosi dalla loro segregazione e per fare questo vuole conoscerli e portare loro la sua amicizia. Per raggiungere questo scopo, questo uomo che non può camminare senza bastone a causa dei reumatismi, compie trenta volte il giro del mondo. Queste alcune delle sue iniziative:
Con tutti i mezzi di cui dispone diffonde le informazioni dell’O.M.S.: la lebbra non è più contagiosa di altre malattie; è guaribile con i sulfoni; non è ereditaria. Nel 1952 interviene presso le Nazioni Unite.
Nel 1953 sottopone al Presidente della Repubblica Francese una proposta di legge avente come scopo la liberazione giuridica dei lebbrosi.
Nel 1954 per sensibilizzare l’opinione pubblica, lancia la prima Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Oggi circa 150 nazioni partecipano a questa Giornata.
Altro gesto spettacolare nell’anno 1954: R. Follerau scrive al Presidente degli Stati Uniti ed a quello dell’Unione Sovietica per chiedere, invano, un aereo da bombardamento ciascuno: “Con il prezzo di due di questi aerei potremo curare tutti i lebbrosi del mondo…”.
Nel 1964 scrisse al Segretario Generale dell’O.N.U. per chiedere che tutte le nazioni prelevino dal loro bilancio la spesa di una giornata di armamento e la mettano in comune per lottare contro la carestia, i tuguri e le malattie che decimano l’umanità.
La sua pubblicazione più famosa è Il Libro d’Amore (1920).
Dopo un’intera vita spesa a rendere giustizia ai malati di lebbra, Raoul Follerau si spegne il 6 dicembre 1977 a Parigi.
“Un giorno in Asia vidi morire una lebbrosa di ventidue anni. La vidi, impotente, svincolarsi a piccoli sussulti da questa atroce vita. Appena morta, fui preso dallo strano capriccio di pesarla. Caricai sulle braccia quell’esile pugno di ossa, ancora tiepide, e lo portai sulla bilancia. La lebbrosa di ventidue anni pesava venti chili. Ora sapete di cosa è morta… Poiché mi mostravo inorridito, mi dissero: “È cosa che capita da che mondo è mondo. Non lo potete cambiare, è impossibile”. Impossibile? La sola cosa impossibile è che voi, che io, possiamo ancora dormire e ridere sapendo che ci sono sulla terra donne di ventidue anni che muoiono perché pesano venti chili.” (Raoul Follerau)