Suor Dorothy Stang

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21 Set 2022

Suor Dorothy StangSuor Dorothy Mae Stang per tutti era Irmã Dorote. Nacque a Dayton (Stati Uniti) il 7 giugno 1931. Apparteneva alla congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur dove era entrata nel 1948. Inizialmente insegnò negli Stati Uniti ma la sua vocazione missionaria andò crescendo fino a che, anche sotto la spinta del Concilio Vaticano II, quando papa Giovanni XXIII lanciò un appello alle suore del Nord America perché mandassero almeno il 10% del loro personale in America Latina, si rese subito disponibile a partire incoraggiata anche dal fatto che due suoi fratelli erano diventati missionari. Nel 1966 fu destinata al Brasile dove intraprese un periodo di formazione sotto la guida anche di Gustavo Gutierrez e Jon Sobrino.   La prima destinazione fu Coroatá, nel Maranhāo, presso due missionari italiani, dove era in atto una pastorale nuova, attenta ai poveri e dove il contrasto con i latifondisti, abituati a dominare i contadini, risultò subito molto forte. Un territorio pieno di tensioni, dove lo sfruttamento dell’uomo e della terra era all’ordine del giorno. Successivamente si trasferì dal Maranhāo al Pará, prima ad Abel Figueredo (nel 1974) e poi ad Anapu (nel 1982), una zona ancora più «calda» nella diocesi di Altamira. Con molto coraggio aiutò, insieme alle consorelle, a fondare il sindacato locale dei contadini, fu importante aiutarli a organizzarsi affinché diventassero essi stessi i soggetti del loro riscatto. Così con loro furono costruite (e ricostruite, perché spesso venivano bruciate) ben ventitré scuole primarie in una zona dove l’istruzione di base era totalmente assente. Dorothy si impegnò anche nella diffusione delle tecniche di agricoltura sostenibile. Tutto questo rese la sua presenza scomoda ricevendo  minacce di ogni tipo. Non solo le suore furono malviste, ma anche i sacerdoti con cui lavoravano, i leader delle comunità di base e gli insegnati delle scuole. Molti hanno pagato con minacce, arresti abusivi, imprigionamenti, torture e anche con la morte il loro impegno per la giustizia e per i poveri. La situazione in questo senso andava peggiorando ma suor Dorothy rinnovava  ogni giorno una scelta di vita e di impegno secondo il Vangelo, il confronto quotidiano con la Parola di Dio la ispirava insieme ai preti ed ai leader delle comunità di base. Il sindaco di Anapu, ultima destinazione missionaria di suor Dorothy, pronunciò queste terribili parole: «Dobbiamo sbarazzarci di questa donna se vogliamo vivere in pace».

Il mattino del 12 febbraio 2005, «mentre cammina da sola nella foresta, la sua via viene sbarrata da due uomini armati. Dal borsello di plastica, che porta sempre con sé, estrae mappe e documenti per dimostrare che l’area contesa è stata dichiarata riserva per i poveri senza terra. Uno dei due uomini le chiede se ha un’arma. Lei sorride e tira fuori la Bibbia. “Questa è l’unica arma che ho”, dice, e comincia a leggere dalle Beatitudini: “Beati i poveri in spirito. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia. Beati gli operatori di pace; saranno chiamati figli di Dio”.

Quando si volta per ripartire, uno degli uomini la chiama. L’altro impugna l’arma, e mentre la suora si gira, le spara a bruciapelo mentre ha ancora la Bibbia in mano. Continua a sparare, sei volte. Poi i due corrono verso i cespugli e fuggono verso la tenuta di uno dei mandanti». (Da Roseanne Murphy, Martire dell’Amazzonia, la vita di suor Dorothy Stang, Emi 2009).

È sepolta nell’accampamento di Boa Esperança, ad Anapu (Stato di Pará), accanto alla foresta amazzonica che era tutta la sua vita, con una semplice croce azzurra, di legno, in mezzo ai fiori.

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