Don Andrea Santoro

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11 Nov 2016

Don Andrea Santoro nacque a Priverno (LT) il 7/9/1945 (era un venerdì) e fu registrato con il nome di Andrea Silvio.  È vissuto a Priverno fino al 16/01/1956, anno del trasferimento definitivo della famiglia a Roma. Nel 1958 entra nel Seminario minore di Roma, dove frequenta la 3° media e gli studi di liceo. Completati gli studi di teologia presso l’Università Pontificia Lateranense, viene ordinato sacerdote il 18 ottobre 1970. Svolge la sua attività pastorale di viceparroco nelle parrocchie di S.S. Marcellino e Pietro (1970-1971) e della Trasfigurazione (1972-1980). Nel 1980 chiede di trascorrere 6 mesi in Medio Oriente prima di iniziare la sua attività di parroco, a cui era stato destinato prima nel nuovo quartiere di Verderocca, dove viene inviato per “costruire” la chiesa (comunità di “pietre vive” e di mattoni) a cui darà il nome di Gesù di Nazareth (1981-1993), e poi (1994-2000) nella parrocchia dei S.S. Fabiano e Venanzio accompagnandola verso il grande Giubileo del 2000, come “una famiglia di famiglie” (espressione di don Andrea) attraverso una donazione totale ad essa. L’11 Settembre del 2000 parte per la Turchia come fidei donum.

Don Andrea SantoroRaggiunge Şanlıurfa (antica Edessa) sua prima residenza in Turchia. Prima dı partire per la Turchia don Andrea fonda a Roma l’assocıazıone “Finestra per il Medio Oriente”, finalizzata alla preghiera e al sostegno della missione in Turchia. Dopo essere vissuto in un modesto appartamento, in accordo con il vescovo, don Andrea prende in affitto una nuova casa in stile armeno che fa chiamare “La casa di Abramo” e la adibisce ad alloggio per piccoli gruppi di pellegrini. Don Andrea si prende cura anche della comunità cattolica di Trabzon (Trebisonda), dove dal 2001 non c’era più un sacerdote. Nel 2003 vi si trasferisce stabilmente affrontando l’urgente restauro della chiesa e dell’ex-convento dei cappuccini: l’apertura quotidiana della chiesa permette a molti abitanti del luogo, che non conoscevano il Cristianesimo di incontrarlo per fargli domande. Tale apertura tuttavia diviene presto causa di screzi con alcuni giovani, che spesso gettano sporcizia e oggetti verso la chiesa e disturbano don Andrea fino a minacciarlo. Anche il restauro del cimitero cristiano viene ostacolato fino ad essere profanato. Don Andrea, nello svolgimento della propria pastorale, prende a cuore anche la situazione delle donne ortodosse venute dalla Georgia, spesso vittime della prostituzione. Il 5 febbraio 2006 viene ucciso nella chiesa di S. Maria a Trabzon mentre pregava con la bibbia in lingua turca tra le mani, trapassata da uno dei proiettili che lo hanno colpito alle spalle. In occasione del saluto ai suoi parrocchiani nel maggio 2000 Don Andrea disse:

“Perché vado in Turchia? Da ragazzo il Signore mi ha concesso il desiderio di portare gli uomini a lui e di mettermi a loro servizio. Mi ha concesso di farlo in mille modi, servendosi della mia totale povertà e nonostante i miei ripetuti tradimenti. Dopo dieci anno di sacerdozio mi ha portato in Medio Oriente per un periodo di sei mesi, per un desiderio impellente che sentivo di silenzio, di preghiera, di contatto con la parola di Dio nei luoghi dove Gesù era passato.”